martedì 7 febbraio 2012

Sei rosa bianca selvatica
Ninfa vestita d'inverno,
Neve che la notte ha posato
Soffice sopra il tuo ventre,
Il sole renderà calice colmo.

Mia sete
Mia ninfa
Mia linfa e corpi nudi
A respirare le tue onde,
Il tuo ventre.

giovedì 1 dicembre 2011

Es-senza

Fissando ombre danzanti
la pupilla dilata adorante,

equilibrio nell'intreccio dei gesti.
Riflessi nella pupilla
specchio dei vuoti.
Tu scegli maschera di fango
per modellare sorriso che doni
al cemento soffocante.

Sto esaurendo
latrati silenziosi
verso una negazione soffocando
nella maschera.
Eternamente unità nella
solitudine spezzando i sottili
filamenti di linfa per creare
la poesia a battiti smarriti,
consumando notti di voraci pasti
pagani su carta; pezzi di me
senza volto, pezzi di volto senza me.

mercoledì 5 ottobre 2011

Nella danza delle foglie
il tuo primo respiro,
quando Demetra torna piangendo
tra anime sorde.
Fiorisci in questa tua unica
primavera, e se vorrai
gli alberi non dormiranno nel suono
della gentile neve.

Sii un Sole l'inverno:
lune che vestirai.
Saranno saggia tunica.

Domani ancora
ricordati Prima e Vera.

domenica 7 agosto 2011

Vitelinfa

Baciarti come l'oro
dei bianchi raggi
che giocano randagi danzanti
sul festino della tua pelle.
Rifiuta l'inganno del fuoco
che invita al ballo il rosso volgare.

Figlia della terra,
il sacro albero è nato nella pioggia.

Amazzone incantatrice
di trampolieri silenziosi,
abitanti senza dimora nella sorte
di minore segno.

Occhi sorridenti al vuoto:
di buio antico il sapore,
mentre l'immagine si fa sacra
hai celebrato il rito del vento
sopra l'onda.

Anima nel ritornello delle stagioni
il sole persuadi a restare spettatore mortale,
e alla grande festa dei colori e dei canti
profani al tempo risorgimi
vitelinfa dei nostri corpi.

venerdì 5 agosto 2011

Quale cosa immortale è il sonno,
luoghi nascosti e profani
schermo di infinite storie
dietro le pupille.

Quando vedrai l'universo perire
nel buio dirai che sta dormendo.

mercoledì 3 agosto 2011

Icaro

Sono vuoto-contenitore
dell'abisso di falsa perfezione.
Voglio essere libero
dai miracoli del buio, possiedo scatole marmo
e pietra nell'anima di polvere.
Profondo l'antro della pazzia,
profonda l'oscurità della saggezza.

Non ho occhi per ammirare,
forma del sole, ho pupille cieche
per sterili sentimenti. Nella gabbia.
Rendi la luce antica,
a forma del sole.
Rendi i sensi, con l'acqua
lava gli occhi, crea la forma.

Ho voce nel buio per cantare la luce.
Di quale Padre figlio?
Di quale pensiero padre?
Sorridere come Icaro,
nel respiro più lungo.

Il lamento di Icaro - H. J. Draper, 1898