Baciarti come l'oro
dei bianchi raggi
che giocano randagi danzanti
sul festino della tua pelle.
Rifiuta l'inganno del fuoco
che invita al ballo il rosso volgare.
Figlia della terra,
il sacro albero è nato nella pioggia.
Amazzone incantatrice
di trampolieri silenziosi,
abitanti senza dimora nella sorte
di minore segno.
Occhi sorridenti al vuoto:
di buio antico il sapore,
mentre l'immagine si fa sacra
hai celebrato il rito del vento
sopra l'onda.
Anima nel ritornello delle stagioni
il sole persuadi a restare spettatore mortale,
e alla grande festa dei colori e dei canti
profani al tempo risorgimi
vitelinfa dei nostri corpi.
domenica 7 agosto 2011
venerdì 5 agosto 2011
mercoledì 3 agosto 2011
Icaro
Sono vuoto-contenitore
dell'abisso di falsa perfezione.
Voglio essere libero
dai miracoli del buio, possiedo scatole marmo
e pietra nell'anima di polvere.
Profondo l'antro della pazzia,
profonda l'oscurità della saggezza.
Non ho occhi per ammirare,
forma del sole, ho pupille cieche
per sterili sentimenti. Nella gabbia.
Rendi la luce antica,
a forma del sole.
Rendi i sensi, con l'acqua
lava gli occhi, crea la forma.
Ho voce nel buio per cantare la luce.
Di quale Padre figlio?
Di quale pensiero padre?
Sorridere come Icaro,
nel respiro più lungo.
Il lamento di Icaro - H. J. Draper, 1898
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